La vendetta dell’Arcangelo

NADIA. Ma piantala di fare tutto questo sfoggio di neogreco! Tanto qua a Rodi tutti parlano tranquillamente inglese!
LIVIA. Non capisco perché dovrei esprimermi in quella lingua barbara!  In Grecia avevano già Fidia e il Partenone mentre gli antenati degli Inglesi, nel frattempo, che avevano fatto di così bello?
NADIA. Ma la pianti di essere così snob! C’erano i Celti che erano molto civili…
LIVIA. Tipico ricorrere ai Celti quando si è corto di argomenti!
A proposito di Celti, com’è la storia di quel tuo amico, che si è voluto sposare col rito celtico? Mi viene da ridere, se ci penso…
NADIA. Finiscila di far ironia sui miei amici…
Dì pure che non ti sei mai sforzata di impararlo l’inglese…
LIVIA. No, preferisco il francese, che, tra parentesi, tu pronunci in maniera penosa… E poi mi va di mettere a frutto la mia conoscenza della lingua di Omero e dei più grandi filosofi…
NADIA. Sempre a far pesare la tua cultura classica!
LIVIA. Intanto, visto che mi sforzo di esprimermi nel loro idioma, tutti qui mi trattano benissimo: ci regalano delle gran fette di dolci sfiziosissimi alla fine di ogni pasto… che poi tu ti sbafi con gran gusto, perché sei pure golosa!
NADIA. Golosa, io?! Ma fammi il piacere!
LIVIA. Eh, sì, a sentir te, vivi solo di puro spirito…  
NADIA. A proposito di spirito, veramente notevole questo vino! Scommetto che esisteva già all’epoca dei Cavalieri… ma che personaggi dovevano essere!
LIVIA. Per duecento anni hanno regnato su quest’isola e guarda che bei palazzi e che mura possenti hanno saputo costruire!
E almeno sulle splendide tracce lasciate dai Cavalieri di Gerusalemme, futuri Cavalieri di Malta, le due viaggiatrici si trovavano d’accordo.
Anche l’esplorazione dei resti delle varie acropoli interessava a tutte due. E così pure amavano i musei di arte greca.

(Tra parentesi come ve le state immaginando? Sopra la sessantina e magari ambo singles?
Beh, ci siete andati vicino.
A onor del vero, Livia era una single convinta e Nadia aveva un marito noioso, da cui ogni tanto riusciva a fuggire).

Su molte cose le due amiche condividevano gli stessi gusti, ad esempio, prediligevano viaggiare in mesi in cui il flusso turistico non era ancora prepotente.
Così, come sempre facevano, avevano preferito alloggiare in una modestissima pensioncina, a patto che fosse nel cuore della città vecchia.
Perciò, si compiacevano nel constatare che la stragrande maggioranza dei turisti, dopo una certa ora, si ritirava in confortevoli ecomostri fuori dalla cinta muraria, lasciandole quasi interamente uniche padrone delle antiche vie lastricate e di vari locali di charme.
Insomma, un qualche compromesso tra loro sembrava ancora possibile, quando ad Nadia venne in mente di visitare la vicina isola di Simi.
A tutte e due piaceva molto fare piccole traversate da un’isola ad un’altra. Livia, in particolare, amava molto viaggiare in battello e approdare in porti con casette dai bei colori.
Ma Livia non aveva fatto i conti del vero motivo per cui Nadia voleva visitare Simi.
Lo scoprì presto.
Si trattava della visita ad un santuario dell’Arcangelo Michele, che in quell’isola era particolarmente venerato.

NADIA. Devo procurarmi assolutamente dell’olio benedetto, che vendono qua. Devo fare un regalo a…LIVIA. Scommetto che è per quel tuo amico, quello super alternativo fuori tempo massimo, insomma, quello che si è sposato col rito celtico…
NADIA. Sì, è per lui. Era venuto qui anni fa e mi aveva regalato una boccettina di quest’olio prezioso, che io mi sono centellinata, goccia a goccia, ma adesso l’ho finito e poi anche lui è rimasto senza…
LIVIA. Ma di cosa è fatto quest’olio?
NADIA Non lo so bene…
LIVIA. Aspetta che lo domando alla vecchietta che lo vende, vedrai che il mio neogreco ti viene utile, anche sta volta!
LIVIA. (…)
NADIA. Cos’hai da ridere?
LIVIA. Bella roba! Sai com’è fatto? Con le candele liquefatte e riciclate, passate per le mani sudaticce di migliaia e migliaia di fedeli…
NADIA. E allora? Sono candele benedette. Ecco perché è così carico di energia…
LIVIA. Quando sento la parola “energia”, mi viene l’orticaria…
NADIA. È chiaro: sei una miscredente e per giunta intossicata dal più becero illuminismo!
LIVIA. Tanto per cominciare, penso all’igiene… e poi tutto questo tuo feticismo bigotto per la paccottiglia dei santuari…
NADIA. Sta zitta! Andiamo a visitare l’icona dell’Arcangelo! Vedrai che impressionerà anche te. Dicono che abbia degli occhi che seguono dappertutto chi lo guarda.
LIVIA. Voglio proprio vedere!

Entrarono nella chiesa, che era piuttosto angusta e dove non si erano potute introdurre prima perché c’era una lunga fila di devoti che sostava brevemente dinanzi all’immagine dell’Arcangelo, per poi sfilare verso un’uscita laterale.
L’ambiente non era ben illuminato e vi regnava un silenzio pieno di sbigottimento e di rispetto.
Le due amiche poterono trattenersi davvero poco davanti all’immagine perché la folla si faceva sempre più pressante.
In men che non si dica, furono di nuovo all’aria aperta.

NADIA. Impressionante, non è vero?
LIVIA. Non si vedeva granché. A me tutta quella corazza d’argento sovrapposta all’icona è sembrata pacchiana da morire…
NADIA. Si vede che non capisci proprio niente di iconografia ortodossa!
LIVIA. Sarà, ma io preferisco il San Michele di Guido Reni, bello snello, elegante e guizzante!
NADIA. Ma questo qua rende molto meglio che si tratta di un temibile guerriero!
LIVIA. Con quelle gambone a me è sembrato più una specie di culturista!

E continuarono a beccarsi durante tutto il ritorno in battello.
Da quel momento, il viaggio prese una certa piega.

LIVIA. Cosa ti è saltato in mente di fiondarti di botto giù dall’autobus? E io cretina a seguirti! Non dovevamo andare verso il sito archeologico di Z. ?
NADIA. Qui c’è qualcosa di molto più interessante!
LIVIA. Qui, dove? Non so nemmeno dove siamo! Bisogna vedere se in questo paesello passerà un altro bus per tornare in città prima di notte…
NADIA. Secondo me, ci deve essere almeno una chiesa dedicata…
LIVIA … all’Arcangelo Michele, scommetto!
NADIA. Sì, a lui.
LIVIA. Ma sei proprio fissata!
NADIA. Dai, chiedi a quella signora, dove si trova la chiesa che cerchiamo!
LIVIA. Che cerchiamo? Che cerchi tu!
(…)
LIVIA. È in quella direzione.
NADIA. Ecco, vedo spuntare un campanile… Che bello, qua non c’è nessuno: potremmo guardare l’icona con molta più calma!
(…)
LIVIA. Rimango della mia idea! Meglio quello di Guido Reni! Quelle gambotte da palestrato… anzi, da borgataro, proprio non le posso soffrire!
NADIA. Finiscila! È proprio possente!

NADIA. Insiste a guardare le gambe dell’Arcangelo. Per me, è turbata. Del resto, chissà da quanto è a secco?… e non posso nemmeno chiederglielo, altrimenti si offende.
LIVIA. Le piacciono i maschioni, poco da fare! Del resto con quel marito tutto rinsecchito e bruttino che si ritrova, si rifà con la fantasia…

Da quel giorno, le cose andarono di male in peggio: Nadia era in caccia perenne di chiesette e piccoli monasteri dove ci fosse un’effige dell’Arcangelo. Di siti archeologici e musei non ne voleva più sentire parlare.
Livia aveva ormai esaurito la pazienza. Anche perché Nadia, senza più trattenersi, le aveva comunicato:

NADIA. Sai, sta mattina, ho percepito la presenza dell’Arcangelo in maniera molto vivida…
LIVIA. (…)
NADIA. Inutile che fai quella faccia! Ti assicuro che ho sentito sul viso un frullare d’ali, sì proprio mentre mi svegliavo…
LIVIA. Io, invece, non ho quasi chiuso occhio perché tu hai russato come un contrabbasso tutta la notte! Altro che frullio d’ali!
NADIA. Ah! Tu credi di star sempre sveglia ma poi dormi come un sasso. E parli pure nel sonno…
LIVIA. Ho parlato?! E cosa dicevo?
NADIA. Eh no, non posso riferirtelo. Ci rimarresti male.
LIVIA. Figurati! E se non vuoi dirmelo, amen!
Piuttosto, se vuoi saperla tutta, a me quell’Arcangelo sta antipatico per motivi teologici.
NADIA. Per motivi teologici?!
LIVIA. Anche se sono una miscredente, sappi che io la Patristica antica l’ho studiata seriamente. Mica mi nutro di pseudo-cultura New Age, come te!
NADIA. Quanto te la tiri! E sentiamoli sti benedetti motivi teologici!
LIVIA. Beh, c’è di mezzo la famosa rivolta degli Angeli…
NADIA. … di cui la Bibbia non parla: questo lo so anch’io. Non sono così ignorante come credi tu!
LIVIA. Ok, non se ne parla nel Genesi e praticamente nemmeno altrove, fatta eccezione di un rapidissimo accenno nell’Epistola di Giuda.
NADIA. Ma allora da dove salta fuori questa storia?
LIVIA. Dagli Apocrifi del Vecchio Testamento, che nei primi secoli del Cristianesimo facevano ancora parte del Canone.
NADIA. Da quando in qua sai anche l’ebraico?
LIVIA. No, non lo so e nemmeno l’aramaico, il siriaco, l’etiope antico e tutta una serie di lingue in cui quegli Apocrifi ci sono giunti. Ma ne esistono traduzioni serie e alcuni sono persino in greco. E io li ho letti.
NADIA. E ti pareva! Ma, vai avanti!
LIVIA. Michele pare fosse il condottiero capo delle milizie celesti, ossia le schiere degli angeli rimasti fedeli a Yahweh …
NADIA.  … che naturalmente a te stanno antipatici, perché parteggi per gli Angeli ribelli, destinati poi a diventare demoni: non è così?
LIVIA.  Ovvio! Comunque per me resta una leggenda, sia chiaro.
Beh, è per via di questa battaglia angelica che il tuo caro Arcangelo è raffigurato con quella gran corazza e con lo spadone, mentre calpesta probabilmente Satana in persona, spesso effigiato come un drago.
NADIA. Scusa, ma tutta la storia del tentazione di Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre dove la collochiamo? Dobbiamo pensarla prima o dopo la ribellione degli Angeli?
LIVIA. Probabilmente prima, ma, a guardar bene, si tratta di una questione malposta.
NADIA. E perché?
LIVIA. Perché, secondo Sant’Agostino il mondo e il tempo sono sorti assieme. E, siccome gli Angeli, si presume che siano anteriori alla creazione del mondo, anche dire “anteriori” sarebbe scorretto perché non può esistere un “prima” che si situi in una dimensione in cui la sequenza temporale, passato, presente e futuro, non esisteva ancora.
NADIA. Certo che rompi le palle, con tutti questi tuoi sofismi filosofici!
LIVIA. In ogni caso, anche senza tirare in ballo Sant’Agostino, tutta la storia di Adamo ed Eva, in confronto alla rivolta degli Angeli, finisce per diventare irrilevante.
NADIA. Irrilevante?! Scusa, ma c’è di mezzo la caduta dei nostri due più antichi antenati, la cacciata dall’Eden e tu dici che è irrilevante!
LIVIA. A parte che a buttarli fuori da quel giardino pare sia stato proprio il tuo caro Michele, il fatto è che la rivolta degli Angeli, così come la trasgressione di Adamo ed Eva, se proprio vogliamo dare importanza a quella storiella, stanno dalla parte della Conoscenza e della Civiltà.
NADIA. E chi se ne frega della civiltà! Prima gli uomini saranno stati pure ignoranti e ingenui ma erano felici, senza una preoccupazione che fosse una e non dovevano nemmeno lavorare. Vuoi mettere?
LIVIA. Sì, il lavoro è una gran seccatura ma a me la Bibbia non la racconta giusta.
NADIA. E perché?
LIVIA. Ecco, se Yahweh ci avesse tenuto tanto al benessere di Adamo ed Eva, perché metterli alla prova? Perché fare in modo che andasse in malora la loro felicità?
NADIA. Beh, avrebbero potuto obbedirgli e…
LIVIA. Appunto! A me è giusto sta storia dell’obbedienza che non va proprio giù!
NADIA. Ed è per quello che ti piacciono gli Angeli rivoltosi?
LIVIA.  … e detesto quelli obbedienti. Certo che sì! E poi tutto il comportamento di Yahweh nei confronti degli uomini mi convince gran poco!
NADIA. In che senso?
LIVIA. Perché creò gli uomini se poi se ne ebbe a pentire? Tanto da inscenare un diluvio universale per sterminarli?
NADIA. Su questo sono d’accordo. È una questione che non è tanto chiara nemmeno a me.
LIVIA. Vedi?! Perciò, lasciamo stare le scene ambientate nel Paradiso Terrestre che, ti ripeto, fanno acqua da tutte le parti.
Perché tu stai ignorando la vera missione degli Angeli, quelli che stanno simpatici a me, nei confronti degli uomini o, meglio, nei confronti delle donne…
NADIA. E sarebbe?
LIVIA. Gli Angeli, quelli ribelli ben s’intende, hanno insegnato agli uomini a coltivare la terra e ad estrarre le pietre preziose. Insomma, li hanno dirozzati.
NADIA. E alle donne, cosa hanno insegnato?
LIVIA. Con le donne sono stati ancora più raffinati: le hanno rese esperte nell’arte della seduzione, in primis coltivando l’eleganza.
NADIA. Parli così proprio tu che hai pochissima cura del tuo aspetto! Hai sempre addosso vestiti supersportivi e che hanno fatto le guerre puniche, per non parlare della tua pettinatura: porti i capelli lunghi tre millimetri…
LIVIA. Beh, è che io ho una concezione tutta mia dell’eleganza e dello charme… non mi son mai piaciute le “vecchie in fresca”!
NADIA. Cosa vorresti insinuare?
LIVIA Vedi un po’ tu…
NADIA. Che stronza! Questo è l’ultimo viaggio che facciamo assieme, ci puoi giurare!
LIVIA. Io viaggio benissimo anche da sola!
E adesso, se ti venisse la voglia di sapere quanto intimo sia il rapporto tra gli Angeli e le donne, stai fresca: non te lo spiego manco morta!

Si tennero il muso per un bel po’. Poi la curiosità vinse Nadia che non poté fare a meno di chiedere all’amica che le chiarisse in quali termini vi potesse essere una complicità tanto stretta tra gli Angeli e le donne.

LIVIA. Non stai nella pelle, eh! E adesso sei venuta a Canossa… vabbè voglio essere magnanima, ma prima è fondamentale una premessa.
NADIA. Non farla tanto lunga però!
LIVIA. Guarda che è una bomba! Poi non so se la reggerai…
NADIA. Ti decidi o no?
LIVIA. Presto detto: gli Angeli hanno un corpo!
NADIA. Ma, non dire scemenze! Sono puri spiriti!
LIVIA. Appunto! Hanno un corpo spirituale, più leggero finché ti pare, ma pur sempre un corpo.
NADIA. Scommetto che lo dicono gli Apocrifi, insomma roba da eretici, no?
LIVIA. Qui ti voglio! Vabbè lo sostiene Tertulliano, che fu dichiarato un mezzo eretico. Tra parentesi, per me, lui è il Padre della Chiesa migliore di tutti, ma lasciamo perdere…
Persino l’insospettabile Sant’Agostino, che tanto eretico mi pare non fosse e che tantomeno dà credito agli Apocrifi ed è fissato sul fatto che Dio e i suoi Angeli non sono corporei, rimane turbato quando si sventola con un ventaglio.
NADIA. Cioè?
LIVIA. Insomma, si sente come vellicato da un qualcosa che ha un che di corporeo e collega questa sua esperienza al particolare corpo degli Angeli. Subito dopo, cerca di minimizzare ma intanto lo ha detto…
NADIA. A me sembra un delirio ridicolo.
LIVIA. Se vuoi, ti tiro fuori il passo incriminato del De civitate Dei e…
NADIA. No, per carità! Risparmiami!
Senti, piuttosto, ma cosa ci fanno con questo loro corpo gli Angeli?
LIVIA. Ah! Qua ti volevo!
NADIA. Vorresti insinuare che Angeli e le donne assieme possono… possono…
LIVIA. Sì, possono benissimo!
NADIA. Possono… fare all’amore? Ma dai!
LIVIA. Tu fai a meno di crederci…
NADIA. Ma stai parlando solo degli Angeli dell’Abisso, vero? O anche gli altri, voglio dire quelli rimasti fedeli a…
LIVIA. Sì, tutti, tutti! Anche se, a guadar bene, gli Apocrifi parlano di congiungimenti carnali solo tra gli Angeli ribelli e le donne. Gli altri saranno rimasti a guardare… e, secondo me, gli sarà pure venuta una voglia matta di fare altrettanto…
NADIA. All’Arcangelo Michele no di sicuro!
LIVIA. Beh, io non ci metterei una mano sul fuoco!
NADIA. Ma come ti permetti?! Finiscila! Non voglio più stare a sentirti. Sei blasfema!
LIVIA. Dì piuttosto che stai cominciando a considerare il tuo caro Michele, così bello robustone, sotto un nuovo aspetto…
NADIA Finiscila,  ti dico! E smettila si sghignazzare! Chiudi quella tua bocca d’Inferno!
LIVIA. Scusa, ma era da tanto che non mi facevo una risata così sana…
NADIA. Ridi, ridi! Ma te ne pentirai! Stai attenta a provocare l’Arcangelo! Ti punirà: con lui c’è poco da scherzare!
LIVIA. Muoio dal terrore…

Questa tempestosa conversazione si svolgeva verso sera e, quella volta, non andarono nemmeno a cenare assieme.
Nadia sentì che le era passata del tutto la fame e fuggì a bere in un bar verso il porto.
Livia, invece, si recò da sola nel ristorantino dove andavano più spesso, chiacchierò amabilmente in neogreco col titolare senza che l’amica fosse là a inibirla, si concesse vari manicaretti locali e bevve di gusto, ma senza ubriacarsi.
Quando, ritornò nella stanza, che le due amiche condividevano nella pensioncina, Livia trovò Nadia già profondamente addormentata e che russava in crescendo.
Tuttavia, Livia si addormentò subito e senza problemi.
La mattina dopo, Nadia scoprì sul viso dell’amica un certo sorriso… un sorriso inequivocabile.
Insomma, LIVIA aveva un’aria estremamente soddisfatta e pure beffarda.
Indispettita, Nadia tese l’orecchio ma non udì nessun frullio d’ali.